Rimandando al voto del 22 dicembre il  giudizio complessivo sul Bilancio di previsione della Provincia, in parte anticipato con il nostro comunicato stampa del 29 novembre sull’assestamento, e sul “flop” del piano degli investimenti, laddove facemmo notare per primi come 43 dei 59 milioni previsti nel 2011 non fossero altro che gli investimenti non realizzati nel 2010 (37 milioni di investimenti “assestati” su una previsione precedente di 80), notiamo due bugie da manuale nei tronfi comunicati stampa della Presidente.

Il primo riguarda il declamato risparmio su amministratori e assessori, ha dichiarato la Masini “ho diminuito gli assessori”: suggerisco un pallottoliere, infatti a fine 2009 gli assessori erano 5 e ora sono 6 (Tutino e Malavasi al posto del dimissionario Ferrari).

Il secondo, davvero dilettantesco oppure  in malafede per un Presidente di Provincia, emerge quando si dichiara che “l’aliquota applicata sull’Ipt resta, come avviene dal 1999, al 20%, nonostante alle Province sia data la possibilità di arrivare fino al 30%”: prima di stilare i comunicati stampa la Masini farebbe bene o ad essere sincera, oppure, in caso di insipienza, a confrontarsi con i suoi uffici o con l’assessore, visto che risulta ACCERTATO che questa facoltà le province non possono esercitarla ormai dal 2008, inutile quindi farsi belli con delle scelte che scelte non sono, ma obblighi di legge.

Spiace infine rilevare che in un momento oggettivamente difficile per tutte le amministrazioni, quando sarebbe necessaria una consapevolezza nel determinare priorità per i cittadini (parlo ad esempio del sociale e del contrasto alla crisi), si continui sull’onda di precedenti affermazioni, del tipo  “la conservazione della memoria medioevale è l’emergenza della Provincia di Reggio Emilia”.

Invece avanti a tutta forza con le lamentele: come sono brava io, com’è cattivo il governo, dimenticandosi che il governo è a sua volta pressato dalla Unione Europea  per il rispetto dei parametri, vincoli ai quali rsta rispondendo senza frignare un giorno si e l’altro pure.

Meno propaganda e cultura del piagnisteo, e stop con le furberie: in questo caso ci potrebbe essere una consapevole condivisione dei problemi da parte nostra, ma è come parlare al vento.

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