Asilo di Luzzara: CGIL e Rifondazione, datevi una calmata e non siate ridicoli
A proposito del caso dell’asilo di Luzzara CGIL e Ferrigno, completamente obnubilati dalla fregola dell’accoglienza, hanno perso il contatto con la realtà: la verità è che il loro disegno non è teso alla multi etnia, bensì alla monoetnia, dove la presenza dei cittadini italiani (e padani in particolare) diventerà del tutto marginale.
Quello che un cittadino normale (giustamente) percepisce è che ormai le proporzioni sono da incubo, segno evidente di una politica di accoglienza che non si è preoccupata di preservare un equilibrio tra immigrati e residenti autoctoni.
E si da del razzista a chi non ha piacere (e chi ne avrebbe?) che i propri figli, in un’età importantissima per il loro imprinting culturale, frequentino un asilo dove il 70 % dei bambini (queste sono le percentuali) sono figli di immigrati, e conoscono solo la lingua dei loro genitori ? Ciò ovviamente perché in casa degli immigrati non si parla mai italiano, alla faccia delle aspirazioni di integrazione. E magari chi si vede costretto a rivolgersi alle scuole private viene guardato con sospetto, dimenticando che è costretto a sopperire con i propri mezzi alle carenze di una amministrazione che ha portato avanti una politica migratoria dissennata e suicida.
Non siete sfiorati dalla intuizione che se, ad esempio, in classe 7 bambini sono di lingua indiana e 3 italiani, alla fine parleranno tutti l’indiano, e non conosceranno, o conosceranno male, l’italiano? Sono un ottuso perché sospettate che per me la priorità è la formazione degli alunni italiani? Bene, datemi dell’ottuso perché è proprio così.
Ci stiamo comunque forse dimenticando che esiste una legge dello stato (e quindi un preciso orientamento legislativo) che va a normare le classi separate, anche sulla base delle cognizioni linguistiche degli alunni? Ma perché gli immigrati vogliono venire in Italia e poi respingono tutto del paese che li ospita, a partire dalla lingua?
Caro Ferrigno, chi come te chiede un approfondimento alla commissione competente per materia in Provincia, e contemporaneamente, senza attendere gli esiti degli approfondimenti, sentenzia sul tema, è vittima del pregiudizio, e probabilmente di malafede: in poche parole solo propaganda, e propaganda suicida, aggiungo io.
Provate a parlare con la gente prima di esprimere sentenze che non solo sono assurde, ma tragicamente ridicole.
Capogruppo Progetto Reggio
Consiglio Provinciale
di Reggio Emilia
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