Da anni seguiamo l’andamento dei bilanci della Provincia di Reggio Emilia, da anni abbiamo apportato critiche al modo sensazionalistico di presentare i presunti successi dell’Ente, talvolta abbiamo fatto ricorso ad analisi normative decisamente approfondite, specialmente quando la Provincia si lamentava dei tagli dei trasferimenti, allora ampiamente compensati da una tendenza a trasferire l’imposizione contributiva ai cittadini, di cui ovviamente la stessa risponde di fronte ai cittadini – ricordiamo solamente, tra gli altri, l’aumento della aliquota della RC Auto di competenza dell’Ente-.

In questo esercizio 2013, in cui la Provincia si trova ad approvare un bilancio di previsione, a dir poco lacerato, in Marzo invece che in Dicembre, assistiamo stranamente all’assordante silenzio della Presidente Masini, che ha accettato , ed accetta, supinamente le follie normative intervenute in questi ultimi mesi, tra i quali la ricentralizzazione di tributi una volta pertinenza della Provincia, e l’assurda ridefinizione della quota di interessi sulla spesa corrente, 6% nel 2013 e 4% nel 2014 (vale per tutti gli enti locali): riassumo solamente la tendenza di questi anni: 2010 15%, 2011 12%, 2012 8%, 2013 6%, 2014 4%.

Da un eccesso degli scorsi anni, regolarmente denunciato dal sottoscritto, e commentato con sufficienza da Sonia Masini, siano passati a questa follia, figlia di una caccia alle streghe stranamente SELETTIVA: tiro al piccione solo sulle Province, con la colpevole complicità di Comuni, Regioni e Governo: in fondo se si concentra l’attenzione su questo Ente probabilmente nessuno disturberà gli altri, hanno pensato Anci, Regioni e Ministeri.

Perché Sonia Masini non rende noto che, a normativa vigente, già dal prossimo anno i consiglieri sarebbero 12, senza applicare il raffazzonato decreto Monti, e che la spesa effettiva delle Province in tutta Italia -spese per la “casta”- sono attorno ai 34 Milioni di €, la più bassa tra gli enti locali, e non i 5 Miliardi declamati da gente improvvisata e poco informata?

Per una volta facciamo informazione, e non propaganda.

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